Le 7 agevolazioni pubbliche che (forse) non stai sfruttando per la crescita di tuo figlio

Il problema principale non è tanto l’assenza di risorse, quanto la scarsa visibilità e la complessità burocratica che spesso scoraggia anche i genitori più volenterosi. Per di più, molte di queste agevolazioni prevedono scadenze rigide, graduatorie basate sull’ISEE e moduli da compilare con attenzione. Ecco perché giocare d’anticipo è essenziale: non solo per non perdere il treno, ma anche per poter valutare con calma quali opportunità siano più adatte al proprio figlio.

In questo articolo, abbiamo raccolto sette strumenti pubblici spesso trascurati, ma che possono davvero fare la differenza nella vita dei ragazzi. Alcuni li conosci, forse, ma non li hai mai sfruttati; altri potrebbero sorprenderti. In ogni caso, vale la pena spenderci un po’ di tempo: un piccolo sforzo oggi può tradursi in un grande vantaggio domani.

Viaggi studio finanziati con bandi INPS: come funzionano

Tra le esperienze più formative per un adolescente c’è, senza dubbio, quella di un viaggio studio all’estero. Non soltanto per imparare una lingua, ma per confrontarsi con culture diverse, sviluppare autonomia, costruire nuove amicizie e allargare i propri orizzonti. Purtroppo, i costi di una vacanza studio possono scoraggiare molte famiglie. Ed è qui che entra in gioco il programma Estate INPSieme, attraverso il quale l’INPS finanzia ogni anno le cosiddette vacanze studio INPS.

Questo programma è riservato ai figli di dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Ogni anno, generalmente nei primi mesi (gennaio-marzo), l’INPS pubblica un bando che permette di accedere a contributi fino a 2.000 o 4.000 euro, a seconda della destinazione (Italia o estero) e del valore ISEE del nucleo familiare. I fondi vengono assegnati in base a una graduatoria nazionale che tiene conto sia del reddito sia del rendimento scolastico.

Le agenzie accreditate offrono pacchetti tutto compreso: volo, alloggio in college o famiglie ospitanti, corsi di lingua, attività culturali e persino l’assicurazione. Per molte famiglie, è l’unico modo per garantire ai propri figli un’esperienza così ricca senza dover sostenere cifre elevate. Ma attenzione: è indispensabile prepararsi per tempo, raccogliere tutta la documentazione richiesta (ISEE aggiornato, certificazioni scolastiche, ecc.) e monitorare costantemente il sito dell’INPS per non perdere la finestra utile per fare domanda.

Detrazioni fiscali per lo sport, contributi scolastici, bonus cultura

Uno dei modi più semplici – e spesso ignorati – per risparmiare sulle spese legate ai figli è utilizzare le detrazioni fiscali previste dallo Stato. Ogni anno, infatti, nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi), i genitori possono portare in detrazione una parte significativa delle spese sostenute per l’educazione e la crescita dei figli.

Un esempio classico è la detrazione per lo sport: se tuo figlio ha tra i 5 e i 18 anni e frequenta una palestra, una piscina, un centro sportivo o una società dilettantistica riconosciuta, puoi detrarre il 19% della spesa fino a un massimo di 210 euro annui per ciascun figlio. Questo vale per attività come calcio, danza, karate, nuoto e molto altro. Considerando che molti ragazzi praticano sport regolarmente, è un’agevolazione facile da utilizzare e che può alleggerire le spese annuali.

Un’altra voce importante riguarda le spese scolastiche, anch’esse detraibili. Non parliamo solo delle tasse di iscrizione, ma anche di spese come il contributo volontario, la mensa scolastica, le gite didattiche, l’assicurazione scolastica e perfino l’acquisto di materiale didattico in alcuni casi. Anche qui, la percentuale detraibile è del 19%, fino a un massimo stabilito dalla normativa vigente, che può variare di anno in anno.

Infine, non possiamo dimenticare il Bonus Cultura, destinato ai ragazzi che compiono 18 anni. Questo contributo – che nel nuovo sistema dal 2024 si è sdoppiato in Carta Cultura e Carta del Merito – può arrivare fino a 500 euro da spendere in libri, corsi, musei, spettacoli, cinema, eventi dal vivo e molto altro. È una splendida opportunità per incoraggiare l’autonomia culturale e l’accesso a esperienze formative che arricchiscono davvero.

Borse di studio e bandi regionali

Oltre ai bonus nazionali, ogni regione – e talvolta anche le singole province o comuni – mette a disposizione borse di studio e contributi economici per sostenere il diritto allo studio. Questi bandi sono spesso legati a criteri economici (come l’ISEE) ma non mancano quelli basati sul merito scolastico, premiando gli studenti che si distinguono per rendimento.

Le tipologie sono molteplici: dalle borse per l’acquisto di libri scolastici ai voucher per il trasporto pubblico, fino a veri e propri assegni di studio annuali. Alcune regioni, come la Toscana, la Lombardia o la Puglia, offrono anche voucher formativi per corsi musicali, artistici, sportivi o linguistici. Questi contributi sono particolarmente utili per avvicinare i ragazzi a esperienze extracurricolari che spesso, per ragioni economiche, restano fuori dalla portata.

Attenzione però: questi bandi vengono spesso pubblicati in tempi e modalità diverse da una regione all’altra. È fondamentale consultare i siti istituzionali della Regione e dell’Ufficio Scolastico Regionale, o iscriversi alle newsletter dedicate, per essere aggiornati sulle finestre di apertura dei bandi, sui documenti richiesti e sulle modalità di invio delle domande. Non affidarti al passaparola: ogni anno migliaia di fondi restano inutilizzati proprio perché le famiglie non ne sono a conoscenza.

Bonus psicologo e supporto allo studio

Negli ultimi anni, sempre più famiglie hanno dovuto affrontare problematiche legate alla salute mentale dei figli: stress scolastico, ansia da prestazione, isolamento, difficoltà relazionali o vere e proprie crisi adolescenziali. Fortunatamente, il sistema pubblico ha introdotto uno strumento molto utile: il Bonus Psicologo, che prevede un rimborso – fino a 1.500 euro – per sostenere il costo di sedute con psicologi iscritti all’albo e accreditati.

Il bonus è accessibile anche per minorenni, ma deve essere richiesto dai genitori o tutori legali. Il contributo varia in base all’ISEE e copre un numero definito di sedute (con un tetto massimo di 50 euro ciascuna). I bandi sono gestiti tramite il portale dell’INPS e l’accesso avviene tramite SPID. È importante tenere d’occhio le scadenze: una volta chiusa la finestra per fare domanda, non è possibile accedere ai fondi fino all’anno successivo.

Ma il supporto alla crescita non si limita alla sfera emotiva. Sempre più comuni e scuole offrono doposcuola comunali, tutor per studenti con DSA, spazi compiti, oppure rimborsi per lezioni private e materiale didattico. In alcune città, esistono anche progetti con educatori che seguono i ragazzi nel percorso scolastico, aiutandoli a ritrovare motivazione e metodo di studio.

Questi strumenti sono preziosi per affrontare difficoltà specifiche, ma anche per valorizzare i talenti e accompagnare i ragazzi verso una maggiore autonomia e fiducia in sé stessi.

Serve solo saper dove cercare

Come abbiamo visto, il sistema pubblico italiano non è solo burocrazia, timbri e attese infinite allo sportello — anche se, diciamocelo, un po’ di pazienza serve. In realtà, esiste un universo di agevolazioni, contributi e sostegni concreti pensati per accompagnare le famiglie nella crescita dei figli, dalla scuola materna fino all’università (e oltre). Alcune iniziative sono nazionali, altre sono regionali o comunali, alcune spuntano solo una volta all’anno, ma tutte hanno una cosa in comune: sono spesso nascoste alla vista dei più.

Il punto è che queste opportunità, se conosciute e sfruttate al momento giusto, possono fare la differenza tra un’occasione colta e una persa per sempre. Possono alleggerire (e non poco) le spese familiari, ma soprattutto aprire ai tuoi figli porte che, senza quel piccolo aiuto, sarebbero rimaste chiuse. E no, non serve conoscere qualcuno “dentro al Comune”, né avere un master in burocrazia: serve solo un po’ di attenzione, costanza e… l’ISEE aggiornato (che ormai andrebbe rinnovato insieme al calendario ogni inizio anno).

Il vero “trucco”, se così vogliamo chiamarlo, è informarsi per tempo e in modo attivo. Significa iscriversi alle newsletter del proprio Comune, seguire la Regione sui social (sì, anche la Regione ha Instagram ormai), consultare il sito dell’INPS più spesso che quello del meteo e magari farsi amico il personale dell’ufficio scolastico — che, spoiler, di solito ne sa molto più di quanto immagini. In certi casi, basta fare una semplice domanda e… magia: si scopre che esiste un bando fatto su misura per la tua famiglia, pronto lì ad aspettarti come una pizza già ordinata.

Investire un po’ di tempo per conoscere queste opportunità non è tempo perso, anzi. È un gesto concreto per costruire un percorso più sereno, più ricco e più accessibile per tuo figlio. È come mettere da parte un piccolo tesoro, fatto non di monete d’oro ma di possibilità, esperienze, strumenti e sostegni reali. E se è vero che “nessuno ti regala niente”, qui invece qualcosa sì: lo Stato qualcosa lo regala davvero, ma tocca andarselo a prendere.

Insomma, le risorse ci sono. Nascoste, a volte silenziose, certo. Ma ci sono. Basta solo sapere dove cercare.